«Il mondo cambia. Questo è un dato di fatto. Si trasforma e ci trasforma. L’evoluzione di cui voglio parlarvi è quella del ristorante inkiostro di Parma, patria di tradizione culinaria patrocinata dall’Unesco, Franscesca Poli e la sua famiglia, han creduto nella cucina d’avanguardia, molecolare dove il pasto si dissolve in esperienza estetica».
Una delle peggiori tragedie dell’umanita’ è quella di rimandare il momento di cominciare a vivere. Non è di sicuro quello che è successo a Terry Giacomello, Chef che è partito dal Friuli e ha girato il mondo fino a giungere a Parma (della quale si è innamorato subito) carico di esperienze e di energia, la stessa che ho trovato nei suoi piatti.
L’ho incontrato insieme a Francesca, poco prima che iniziasse il servizio e dal racconto di lei ho capito che ci vogliono gli strumenti giusti per scrivere il proprio futuro; ecco da dove arriva l’ispirazione per il nome del suo ristorante, l’inkiostro. Francesca, figlia di storici ristoratori, ha voluto un ambiente dai soffitti alti e dai volumi netti, lussuoso ma privo di ostentazione. Gli spazi total look in scala di grigio sono esclusivi e raffinati, metropolitani, puliti e impeccabilmente eleganti. La ricerca accurata che va dalle materie prime in cucina agli arredi in sala è il fil rouge dell’inkiostro. Alcuni tavoli sono illuminati sapientemente da lampade Tolomeo mega di Artemide disposte abilmente, tanto da definirne la scenografia, smettendo la loro funzione di punti luce e divenendo elemento d’arredo. Interessante è la scelta di sottolineare con delle “macchie di colore” l’amore di Francesca per l’arte e per il bello. I quadri appesi al muro che si beffano della bidimensionalita’, sono delle “opere materiche su tela” dell’artista Alfonso Borghi. L’effetto è tutt’altro che ingessato.
Il locale dall’aspetto cosmopolita ti fa credere, una volta dentro, che potresti essere ovunque, Londra, New York, Tokyo, ma sei nella meravigliosa e conservatrice Parma ed è proprio nella sua terra che voleva nascesse il suo ristorante; ha giocato d’azzardo Francesca Poli e, per quanto mi riguarda, ha vinto. Voleva una cucina gourmet, coerente con il suo locale, ricercata, che rispondesse a quello che era il suo sogno, far coesistere innovazione e tradizione e ci è riuscita.
Adesso a Parma c’è la cucina dello chef Terry Giacomello che esce dagli schemi. Il suo cibo è spettacolo, come la spirale di uovo cotto a “freddo” con albume montato.
E’ stato bello essere serviti con maestria da loro personale discreto, professionale, elegante e ammirare l’estro dello chef, attraverso l’escalation di portate. Ognuna di esse, vi assicuro, suscita una sequenza consecutiva di emozioni. Pone in rilievo elementi semplici ed economici come l’uovo e lo nobilita attraverso trame evocative che fanno sognare. Per me i suoi piatti hanno il potere di regalare felicita’, ti mettono in pace con il mondo e ti fanno sentire parte di qualcosa di più grande, di più vasto. Hanno delle texture inaspettate i piatti dell’inckiostro, come i tagliolini di bianco d’uovo con caviale di tartufo nero e parmigiano, questo, come tutte le altre portate, sono frutto di una ricerca costante che porta ad una continua innovazione.
Terry è alla guida della cucina da poco meno di un’anno, il cambiamento all’inkiostro era necessario ed è stato utile, l’arrivo dello chef con un bagaglio di esperienze internazionali e collaborazioni del calibro di Ferran Adria’ (padre della cucina molecolare ndg), ha dato a questo luogo l’anima di cui necessitava.
Umilta’, idee chiare, sperimentazione, purezza stilistica e qualche progetto, questa è la chiave del successo di Terry. La sua cucina ha il potere di regalare sensazioni. Cenare qui è un viaggio sensoriale attraverso portate studiate minuziosamente, leggere, raffinate e preparate con lo scopo di emozionare. Se si cerca ulteriore privacy vi consiglio di cenare nell’incantevole cantina, sapientemente illuminata per esaltarne i contenuti, dove vi ritroverete circondati da una ricca selezione di vini e di champagne.
Ha una stella Michelin questo chef, ma non gioca a fare il divo. E’ un uomo sereno, sicuro, critico con se stesso. Se dovessi scegliere un unico aggettivo per definirlo direi, Esigente. Il banale non abita qui.
Arrivederci a Parma, ritornero’. Me ne sono innamorata, vi ho lasciato un pezzettino di cuore, cosi’ posso sempre dire di dovermelo venire a riprendere.
Grazie ancora a tutti voi, siete migliaia, siete sempre di piu’ e mi date gioia. Grazie
…dobbiamo riotornare dopo Ottobre per provare il menu’ invernale. Chissà cosa si sarà inventato lo Chef per allora ?