TIMBALLO DI MACCHERONI DI TOMASI DI LAMPEDUSA
Oggi si celebra la giornata nazionale del timballo di maccheroni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa di cui sono ambasciatrice. Questa pietanza tratta dalla letteratura classica italiana va ad arricchire il progetto , ormai in dirittura di arrivo voluto dall’AIFB – Associazione italiana food blogger. La macroscopica iniziava del calendario del cibo italiano, ha preso vita a inizio anno e terminerà tra pochi giorni. Al termine di quest’anno i food blogger coinvolti, sotto la guida del direttivo, avranno creato un completo e strutturato manifesto della cucina italiana. Consulta il calendario del cibo italiano QUI
Ho scelto questa ricetta per omaggiare mia figlia Gaia, discendente dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di quest’ultimo la genetica ha voluto farle dono di una eredità preziosa, la capacità di scrittura ricca di dovizia di particolari.
In questa giornata ha voluto darmi sostegno Donatella Bartolomei del blog L’ingrediente perduto QUI potete trovare la sua versione e visitare il suo bellissimo blog
Poco vi è da aggiungere alle origini di questa ricetta, cuochi professionisti e amatoriali, negli anni hanno cucinato e interpretato in chiave moderna questo piatto sontuoso, tratto dal famoso romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958 e che ispirò l’omonimo film con la regia di Luchino Visconti.
«Il Principe aveva sempre tenuto a che il primo pranzo a Donnafugata avesse un carattere solenne: i figlioli sotto i quindici anni erano esclusi dalla tavola, venivano serviti vini francesi, vi era il poncio alla romana prima dell’arrosto; e i domestici erano in cipria e polpe. Su di un solo particolare transigeva: non si metteva in abito da sera per non imbarazzare gli ospiti che, evidentemente, non ne possedevano alcuno. Quella sera, nel salone detto “di Leopoldo” la famiglia Salina, aspettava gli ultimi invitati. Da sotto i paralumi di merletto i lumi a petrolio spandevano una gialla luce circoscritta; gli smisurati quadri equestri dei Salina trapassati erano immagini imponenti come il loro ricordo. Maestro nel ricevere, il Principe aveva troppa esperienza per offrire a degli invitati siciliani un pranzo che si iniziasse con un potage , ciò nonostante i commensali avvertirono un certo timore, almeno fino a quando il maggiordomo di casa Salina non annuncia con la frase «Pran pron», che il pranzo è pronto e invita ad entrare i tre servitori in verde, oro e cipria entrarono recando ciascuno uno smisurato piatto d’argento che conteneva un torreggiante timballo di maccheroni, che così lo va a descrivere: “L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio».
Il piatto è molto ricco e può sostituire da solo l’intero pranzo. La ricetta originale prevede l’uso diservire il timballo arricchito di crema pasticcera, in realtà io non l’ho usata. Questa antica ricetta siciliana è del 1860 ed è quella che più si avvicina alla descrizione fatta dallo scrittore.
prepariamo il timballo di maccheroni di Tomasi di Lampedusa
Ingredienti per 6 persone
400 ml sugo di carne, va bene l’estratto, 1/2 pollo lessato, 100 g funghi freschi o surgelati, 100 g fegatini di pollo, 200 g prosciutto cotto, tagliato a striscioline, 100 g di salsiccia, 120 g pisellini mignon, lessati al dente burro, 500 g maccheroni, parmigiano grattugiato, 3 uova sode a fette,
sale e pepe, un tartufo nero.
Per la pasta frolla
400 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro a temperatura ambiente, sale e cannella un pizzico, 4 tuorli d’uovo.
Per la crema pasticcera
3 cucchiai di zucchero, 3 tuorli d’uovo, 2 cucchiai di farina, sale e cannella un pizzico, 1/2 litro di latte.
Preparazione
Fare la pasta frolla impastando velocemente con le mani tutti gli ingredienti in modo da ottenere un composto omogeneo e lasciatela riposare un’ ora avvolta in pellicola alimentare in frigorifero.
PASSAGGIO FACOLTATIVO: Procedete poi a preparare la crema pasticcera.
Preparate delle polpettine, grandi come nocciole, circa 10/15 gr cadauna, con 200 gr di carne tritata di pollo lesso mescolata a 1 uovo, 100 gr di prosciutto cotto tagliato a striscioline, 2 cucchiai di parmigiano, prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Friggetele in abbondante olio di semi e tenetele da parte. Fate insaporire in un po’di burro il pollo ed il prosciutto rimasti, tagliati a striscioline; aggiungete i fegatini, le salsicce, i funghi, le polpettine, i pisellini e cuoceteli per qualche minuto. Trasferiteli poi in una casseruola con qualche cucchiaiata di sugo di carne e mescolate bene.
Nel frattempo lessate i maccheroni al dente, scolateli e conditeli con il sugo di carne, il burro, abbondante parmigiano e fateli raffreddare a temperatura ambiente.
Imburrate una tortiera ad anello (per me 20 cm di diametro) e ricoprite il fondo e i bordi con un terzo della pasta frolla che avrete steso sottile, circa 1/2 cm e che avrete tagliato a striscioline e intrecciato come un cestino di vimini. E’ importante che la pasta sporga leggermente dai bordi, questo farà in modo che con facilità possiate chiudere il timballo con l’altro disco di pasta. Disponeteci sopra metà dei maccheroni, distribuiteci sopra la carne, le uova, spolverizzate con il parmigiano e il tartufo nero a lamelle, infine coprite con il resto dei maccheroni a cui darete una forma leggermente a cupola (se avete deciso di prepararlo con la crema pasticciera) sulla sommità verserete la crema pasticcera che farete penetrare bene. Ricoprite il timballo con la pasta frolla avanzata, assicurandovi di premere bene i suoi bordi per farla aderire. con la pasta frolla avanzata, formate delle foglioline, o delle forme a piacere. Spennellate la sua superficie con dell’uovo sbattuto e fate cuocere per circa 45 minuti nel forno a 180 gradi. Prima di togliere l’anello, lasciatelo riposare per 10 minuti e servitelo subito.
fonti, citazioni e passaggi sono tratte dal libro de “il Gattopardo” di G. Tomasi di Lampedusa
GRAZIE DI ESSERE PASSATI, SIETE SEMPRE PIU’ NUMEROSI.
FELICE NATALE A TUTTI VOI
Un bellissimo romanzo italiano, una bellissima ricetta e, come sempre, un bellissimo Post!