Prunent: La passione per la materia prima di altissima qualità, l’invito di Azzurra Pedroli donna passionaria e vulcanica, nonchè vicepresidente del Consorzio Ossola Laghi e Monti – e la voglia di conoscere in che modo e da chi viene realizzato un prodotto, mi ha portata in Val d’Ossola, la valle più a nord del Piemonte; scavata tra le imponenti montagne dal fiume Toce,più precisamente ad Oira, dove devo ancora capire se il tempo si è fermato oppure ha accelerato a tal punto da prevedere e anticipare il futuro.
Il vino Prunent delle cantine Garrone a Oira
Nelle Cantine Garrone ho assaggiato il vino e ascoltato la storia della Val d’Ossola e i ricordi di Mario Garrone produttore di vino nella sua azienda Cà d’Maté(casa di Matteo)una casa del 1500 che ospita anche un grazioso Bed&Breakfast, dove è possibile soggiornare, visitare la Valle conosciuta anche con il nome de “il giardino dell’Ossola” e fare il formaggio.
Sarà stata la passione e la serenità delle parole di Mario, proprietario ed enologo di casa Garrone a farmi pensare che la vera rivoluzione di cui abbiamo bisogno e rimettere al centro dell’operare umano il valore del saper fare e della manualità, di riconsiderare il valore del tempo, dell’attesa come parte significativa del susseguirsi dei pieni e dei vuoti del tempo come ciclicità che rigenera, di rivalutare il silenzio, gli odori e il gusto di vino, frutto di vigne centenarie.
Le antiche cantine a volta rimangono naturalmente in condizioni di temperatura e umidità ottimali all’affinamento dei vini. E’ qui che Prünent, Cà d’Matè e Tarlap invecchiano in barriques e ovaline di rovere francese, affinchè raggiungano la maturazione necessaria alla perfetta espressione delle caratteristiche organolettiche ma soprattutto dei profumi tipici dei vini dell’Ossola.
In ogni singola bottiglia delle Cantine Garrone, che nel 2009 ha ottenuto il marchi di Denominazione d’Origine, c’è la tradizione del vino ossolano, concepito con le migliori uve raccolte da una sessantina di viticoltori, piccoli e piccolissimi, aderenti all’Associazione Produttori Agricoli Ossolani.
La sola passione spinge un manipolo di tenaci contadini a faticare in piccoli vigneti inerbiti che si arrampicano su impervi terreni montani, il microclima dettato dalle montagne e mitigato dal vicino lago è l’ideale per la viticoltura, la maturazione lenta; lo sbalzo termico tra il giorno e la notte (tipico degli ambienti montani) regalano infatti ai vini profumi ed aromi straordinari.
Una passione pluricentenaria, riscoperta anche da giovani agricoltori, che permette la produzione di vini pregiati nei quali si ritrova il rispetto per la natura appartenente a tempi lontani. I vitigni sorgono su piccoli appezzamenti terrazzati, per la maggior parte coltivati nella tradizionale “Toppia” (pergola) sostenuta da antiche colonne di sasso.
L’inaccessibilità e le piccole dimensioni dei vigneti rendono necessaria una lavorazione totalmente manuale, priva di fertilizzanti chimici e con trattamenti fitosanitari ridotti al minimo; le rese sono quindi molto basse, intorno ai 60 q.li per ettaro, ma è preservata l’integrità della pianta e del terreno.
A Oira ho potuto visitare anche la Latteria Turnaria lì dal 1897 e le cantine di affinamento dell’ossolano di Crodo, dove questo formaggio, viene decisamente coccolato.
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Oira è stata coinvolta in un progetto di recupero voluto dalla Asociazione Canova che ha come scopo principale il recupero e la valorizzazione dell’architettura rurale in pietra.
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Queste foto sono meravigliose, sembrano una finestra su questo paesino delizioso. Complimenti
sono stata tante volte nell’Ossola da bambina, ma non ho mai visitato Oira, quest’anno volevo portarci mio marito e farò un salto in quest’azienda, voglio fare il formaggio! grazie per la dritta, le foto e le info…preziosissime!
Io sto scoprendo l’Ossola e il Verbano e devo dire che è spettacolare e affascinante, soprattutto nel suo aspetto rurale. Grazie per i complimenti