Con La Casa di Carta NETFLIX ci porta in Spagna e dimostra che la “lezione americana” su come fare le Serie TV é stata ben recepita in Europa.
La Casa di Carta… moneta
“Dovete TROPPO vederla!” Con queste parole, lanciate sul tavolo a cena, nostra figlia Gaia ci ha esortati e consigliati questa bella Serie TV. E quindi io ve le rigiro, cercando un pochino di argomentarle. QUI i dettagli wikipediani.
Si tratta di una rapina. Anzi no! In effetti non viene rubato niente. Ci sono degli ostaggi, ma nessuno vuole un riscatto. E allora? Ok, proviamo in questo modo.
Un gruppo armato fa irruzione alla Zecca di Stato a Madrid. Si carica in borsoni tutto il contante (in tagli da 50EURO) disponibile ma quando cerca di scappare viene bloccato da un paio di pattuglie della POLICIA. Quindi si barricano all’interno dell’edificio trattenendo in ostaggio tutto il personale e un gruppo di studenti in visita al museo. A questo punto, come da manuale, si instaura un contatto tra i ladri e le forze dell’ordine per trattare l’eventuale resa (ve lo ricordate il bellissimo Quel pomeriggio di un giorno da cani?). Solo che la banda aveva previsto tutto (o quasi) e la permanenza forzata serve per potersi stampare in tutta libertà svariati milioni di valuta non segnata (ecco perché non rubano niente a nessuno). Quindi la trattativa é mirata a guadagnare quanto piu’ tempo possibile all’interno della Zecca stessa.
Professore in cattedra
Ma chi comanda questo gruppo di malviventi? Il Professore! Vero e prorio DEUS EX MACHINA di tutta la vicenda; ha formato il gruppo imponendo l’anonimato tra i vari membri (da qui l’uso di nomi in codice quali Tokio, Rio, Berlino…), istruendoli su ogni possibile evenienza (o quasi…) in 4 mesi di ritiro in un casolare di campagna. Assicurandosi tra l’altro una certa libertà di manovra in quanto rimane fuori dalla Zecca (collegato solo via cavo per evitare intercettazioni), arrivando vicino (molto ma molto vicino) alla Ispettrice di Polizia che comanda le operazioni. Sicuramente é il personaggio piu’ interessante di tutta la serie. Un po’ per le motivazioni che lo spingono ma soprattutto per la genialità che esprime; rendendo affascinante un occhialuto Nerd.
La Casa di Carta – Questione di stile
La serie deve tanto nello stile e in alcune situazioni al bel film di Spike Lee INSIDE MAN, come ad esempio la trovata di far mettere le stesse tute agli ostaggi (in questo caso rosse a differenza delle blu del film). Mentre é tutta sua la scelta delle iconiche maschere di Dali’ (anche se strizza l’occhio a V per Vendetta). Mi piace sempre molto l’uso dei flashback, mai come in questo caso cosi’ funzionali: quando accade qualcosa che sembra imprevisto facciamo un salto al periodo di ritiro in campagna con la spiegazione di come il Professore l’aveva invece calcolato e spiegato la contromisura alla banda. Non ci sono veri e propri protagonisti che spiccano su tutti. Si, la voce narrante é quella di Tokio (Ursula Corbero) ma in effetti a turno, sia i rapinatori che i poliziotti, assurgono al ruolo di protagonista… ma il Professore (Alvaro Morte) un pochino di piu’ (Dai! una spanna sopra gli altri!)
Quindi, in piena Sindrome di Stoccolma e facendo il tifo per la banda, aspettiamo che NETFLIX distribuisca la seconda stagione de La Casa di Carta.
Alla prossima
Visto su NETFLIX
I miei Voti
Concept iniziale: Voto 7
Trama: Voto 8
Interpreti : Voto 7.5
Confezione: Voto 7.5