l’estro in cucina dello chef stellato Vinciguerra
la cucina dello chef stellato Vinciguerra
Immagina un piatto che coinvolga i tuoi sensi a tutto tondo: non solo il gusto, come sempre dovrebbe essere quando si parla di alta cucina, ma anche la vista e l’olfatto. Questa è la filosofia di Ilario Vinciguerra, chef che ha fatto della creatività e dei profumi del Mediterraneo i punti di forza dei suoi piatti.
Nel suo ristorante a Gallarate, nella provincia di Varese, Vinciguerra accompagna i suoi ospiti in un’esperienza culinaria che mescola i ricordi della tradizione alla capacità di reinventare la struttura degli alimenti. Un esempio che ho amato, perchè ricorda a pieno la tradizione della cucina partenopea, che lega me e lo chef Vinciguerra, è la rivisitazione in chiave gourmet dell’uovo in purgatorio, il suo divino, accompagnato da una fonduta di pomodoro San Marzano e ‘’aria’’ di Grana Padano: un mix di aromi tradizionali, ma con il tocco di innovazione che solo l’estro di un grande chef può aggiungere.
Le sue portate sono state apprezzate da tutti i presenti, ma io ho potuto viaggiare attraverso i ricordi della mia infanzia, ero si, seduta fisicamente ad uno dei sui tavoli, ma il cuore era a Napoli.
Non è un caso che il Vinciguerra Restaurant sia stato premiato con una stella Michelin (fin poca per me) riconoscimento che premia la qualità del cibo, ma anche l’attenzione verso gli ospiti e la capacità di trasformare il tempo a tavola in una vera e propria esperienza sensoriale. Ilario in questo è Maestro.
Vinciguerra: Una meravigliosa villa d’epoca nella provincia di Varese
Difficile immaginare un momento perfetto senza la giusta cornice. Ilario Vinciguerra ha scelto una location da sogno: una splendida villa in stile liberty che colpisce per raffinatezza e fascino senza tempo. In questo contesto, le sale ristorante rappresentano i veri gioielli della struttura, perché tutto nasce e ruota attorno all’amore per il cibo e alla voglia di onorarlo con passione.
La struttura, circondata dal verde, offre 35 coperti e sale che regalano la giusta dose di discrezione agli ospiti con suggestioni a metà strada tra l’antico e il moderno. L’amore per la tradizione è sempre presente, quindi, ma lo sguardo è rivolto alla ricerca continua, all’innovazione, alla scoperta. Basta un’occhiata ai piatti storici dello chef per rendersi conto della sua esuberante evoluzione personale e lavorativa: ogni preparazione attinge dal passato, ma si riveste – anche nell’aspetto – di nuovo.
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Le specialità che ho amato della cucina di Ilario Vinciguerra
Tra le sue specialità di spicco si annovera per esempio la ‘’Parmigiana nella Melanzana’’, arguta rivisitazione del piatto tradizionale che consiste in una melanzana cucinata in modo alternativo e farcita con pomodoro in salsa, mozzarella, basilico e – immancabile – Grana Padano. La novità? Sta tutta nella scelta di sovvertire la struttura del piatto, trasformando la melanzana in delicato scrigno che contiene il resto degli ingredienti.
A sigillare il tutto, una panatura creata con la buccia dello stesso ortaggio, ridotta in polvere. Nonostante provi a spiegarla, anche con dovizia di particolari, non è abbastanza. Dovete, ripeto, dovete provarla.
Il menù di Vinciguerra
Ogni chef ha il suo fil rouge, il filo conduttore che manifesta la sua personalità in ogni preparazione. Per Vinciguerra, uno di questi è sicuramente l’olio d’oliva, ingrediente che appare anche nei piatti più insospettabili. Sostituisce il burro nel suo Risolio, per esempio, offrendo lo spunto per la rivisitazione di un piatto della tradizione che sembrava dotato di una perfezione granitica.
E invece basta assaggiare la variante dello chef, in punta di forchetta, per ricredersi: merito anche dell’insolito accostamento con mela annurca e polvere di capperi di Pantelleria. Ma l’olio appare anche nella tartare di gamberi rossi, in questo caso servita in una sfera accompagnata da curiose istruzioni per l’uso: annusa, chiudi, agita e gusta. In questo modo, il letto di gelatine al limone e nero di seppia si fonde con la delicatezza del gambero, offrendo al palato un elegante mix di sapori.
Non potete non prendere la MOZZY BAG, Ideale per aperitivi, eventi e stuzzichini golosi, Mozzy Bag nasce dalla volontà dello chef di concentrare tutta l’esplosione di gusto della mozzarella di bufala in un solo boccone.
E da bere? PROFUMO! che i miei amici followers hanno adorato! Un gin tonic, a completamento del piatto e a riprova del fatto che la cucina sia un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Da non perdere anche l’ultimo arrivato del menù: una squisitezza che richiede lunghi tempi di preparazione, proprio come i migliori piatti della tradizione.
Alla Blogdinner abbiamo avuto modo di votate il nome della nuova portata creata da Ilario, e tra risate e relax è nato il nome: Porca Eva (che buono), costina di maiale cotta alla brace, è infatti insaporita con una marinatura di ben 36 ore, durante le quali viene aromatizzata con succo di prugna, salsa di soia e un tocco di zenzero.
Pasta, pane e pasticceria: le tre P di Vinciguerra
La cucina di Ilario Vinciguerra è cosa viva, in continuo cambiamento. Tra le influenze che lo chef ha saputo accogliere e reinterpretare con amore si annoverano quelle della tradizione tedesca e belga, ma anche quelle della cucina Svizzera e i raffinati insegnamenti francesi. Su tutte, però, il primato va alle tradizioni nostrane, specialmente quelle partenopee.
Dal Golfo di Napoli ha portato con sé, soprattutto, l’idea che pane, pasta e prodotti di pasticceria debbano essere fatti in casa e a regola d’arte: solo così potrà essere amore al primo assaggio. L’Oro di Napoli – personale rivisitazione della celebre pastiera napoletana – è per esempio una delizia da gustare in un boccone, che aggiunge agli ingredienti della tradizione un raffinato involucro di gelatina oro a un biscotto tutto da mordere.
Via Roma, 1 Gallarate 21013 – VA
Ampio parcheggio (ingresso auto Via Tenconi, 3)
T +39 0331 791597
info@ilariovinciguerra.it | eventi@ilariovinciguerra.it
…quando mi ci porti?????